Visconti Luchino: storia, biografia e carriera
Luchino Visconti di Modrone, conte di Lonate Pozzolo, nacque a Milano il 2 novembre del 1906, ricordato odiernamente come uno degli sceneggiatori e registi più importanti della storia italiana, morto il 17 marzo del 1976 a Roma. Ritenuto uno dei padri del neorealismo italiano e tra gli uomini più influenti della cultura del XX secolo, Luchino Visconti frequentò il Liceo classico Berchet, iscritto alla classe IIIB del Ginnasio Superiore.
Biografia e titoli nobiliari di Luchino Visconti
Luchino Visconti, in qualità di conte di Lonate Pozzolo, nobile dei duchi, vantava diversi titoli nobiliari tra cui: Duca di Grazzano Visconti, Conte di Lonate Pozzolo, Signore di Corgeno, Consignore di Somma, Consignore di Crenna, Consignore di Agnadello, Patrizio Milanese. Quartogenito del duca Giuseppe Visconti di Modrone e di Carla Erba, Luchino Visconti discendeva da una delle famiglie più rinomate di Milano, al potere della signoria milanese per un paio di secoli. La madre di Luchino Visconti possedeva una delle case farmaceutiche più importanti d’Italia, risultando discendente collaterale di Francesco Bernardino Visconti, al quale lo stesso Manzoni si sarebbe ispirato per creare il personaggio immaginario dell’Innominato all’interno de I Promessi Sposi.
Conseguendo risultati alterni Luchino Visconti frequenta il Liceo classico Berchet di Milano, uno dei più importanti licei classici della città, bocciato al ginnasio, iscrivendosi in seguito al Liceo classico Dante Alighieri. A 26 anni Luchino Visconti guidò personalmente una scuderia di cavalli di sua proprietà conquistando la vittoria nel Gran Premio di Milano San Siro con Sanzio. Influenzato dal mondo della lirica e del melodramma Luchino Visconti studiò violoncello sotto gli insegnamenti del compositore Lorenzo de Paolis, una passione ereditata dalla famiglia e dai finanziamenti del padre al Teatro alla Scala di Milano.
Carriera professionale di Luchino Visconti
Nel 1936 Luchino Visconti, all’interno della città di Parigi, si avvia verso la carriera cinematografica in un primo momento come assistente e aiuto regista di Jean Renoir conosciuto tramite la stilista Coco Chanel, con la quale aveva una relazione. All’interno di un clima storico ‘Fronte Popolare’ progressista Luchino Visconti si confronta con diversi intellettuali e militanti antifascisti, mentre sul fronte cinematografico contribuì alla produzione di Les basfonds e di Une partie de campagne. Successivamente alla permanenza ad Hollywood Visconti fece ritorno in Italia nel 1939 a causa della morte della madre, lavorando nuovamente insieme a Jean Renoir, sostituito poi dal tedesco Karl Koch, in una coproduzione italo-francese a riadattamento della Tosca.
Grazie alla sua collaborazione con la rivista Cinema Luchino Visconti si avvicinò all’illegale Partito Comunista Italiano, abbandonando le realizzazioni cinematografiche tipiche dell’epoca legate alle ambientazioni di lusso e alle commedie del cinema dei telefoni bianchi, preferendo raccontare la vita e i drammi della gente. Nel 1942 Luchino Visconti realizzò il suo primo film chiamato Ossessione, insieme alla partecipazione Pietro Ingrao, Mario Alicata e Giuseppe De Santis, sotto una storia ispirata al romanzo Il postino suona sempre due volte di James Cain.
Grazie al film Ossessione Luchino Visconti avvia il nuovo genere cinematografico del Neorealismo, uno stile in grado di riscuotere un grande successo anche durante il corso degli anni successivi. I tentativo di produrre un film sulla base del racconto di Giovanni Verga, L’amante di Gramigna, fu invece bandito dal Ministero della Cultura Popolare. Luchino Visconti collaborò con la Resistenza a seguito dell’armistizio dell’8 settembre, facendosi chiamare Alfredo in battaglia. Nel 1944 Luchino Viscosi fu catturato e imprigionato per diversi giorni a Roma dalla Banda Koch, salvandosi dalla fucilazione grazie all’attrice Maria Denis.
Al termine del conflitto Luchino Visconti collaborò alla produzione del documentario Giorni di gloria, dedicato espressamente alla Resistenza, dedicandosi successivamente alla produzione di drammi in prosa, dirigendo anche Maria Callas Meneghini nel 1955, nelle produzioni La Sonnambula e La Traviata alla Scala. Nel 1948 Luchino Visconti dirige La terra trema, adattamento dal romanzo I Malavoglia di Giovanni Verga, il film drammatico Bellissima nel 1951, il film Siamo donne nel 1953. Il primo film a colori arriva nel 1954, Senso, ispirato a un racconto di Camillo Boito, mentre nel 1957 produce Le notti bianche ispirato al romanzo di Dostoevskij, vincendo il Leone d’Argento a Venezia.
Nel 1960 Luchino Visconti dirige Rocco e i suoi fratelli, conquistando il Gran Premio della Giuria a Venezia, realizzando l’anno seguente i film a episodi Boccaccio ’70 insieme a Vittorio De Sica, Federico Fellini e Mario Monicelli. Nel 1965 Visconti dirige il film Vaghe stelle dell’Orsa, mentre nel 1966 dirige La strega bruciata viva, un episodio del film collettivo Le streghe, nel 1967 il film Lo straniero, ispirato al libro di Albert Camus. Al termine degli anni ’70 il regista realizza La caduta degli Dei, in seguito Morte a Venezia nel 1971 e Ludwig nel 1972.
Nel 1973 Luchino Visconti ritorna a lavorare, nonostante le condizioni di salute cagionevoli, all’allestimento della Manon Lescaut per il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nella vita privata il regista vantò relazioni sentimentali con Coco Chanel, Clara Calamai, Maria Denis, Marlene Dietrich, la scrittrice Elsa Morante, senza nascondere il proprio orientamento omosessuale, dichiarato con la sua relazione con il fotografo Horst P. Horst, Franco Zeffirelli.