Papa Giovanni Paolo II: biografia, frasi famose, pensiero, morte

Papa Giovanni Paolo II è stato il 264º papa della Chiesa cattolica, nato a Wadowice il 18 maggio 1920, deceduto a Città del Vaticano il 2 aprile 2005, vescovo di Roma, 6º sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ricordato come uno dei papi più amati di tutti i tempi.
Biografia di Papa Giovanni Paolo II
Karol Wojtyła era il terzo dei figli di Karol Wojtyła senior, ex-ufficiale dell’esercito asburgico, ed Emilia deceduta nel 1929 a causa di una malattia cardiaca congenita e insufficienza renale. Nel 1938 Karol Wojtyła lasciò la sua città per trasferirsi con il padre a Cracovia, iscrivendosi all’Università Jagellonica. Wojtyła lavorò come bibliotecario volontario, avviandosi all’addestramento militare obbligatorio nella legione accademica. Sotto l’occupazione della Polonia dalla Germania nazista Karol Wojtyła fuggì insieme al padre verso est, ritornando a Cracovia in seguito all’invasione russa, lavorando come fattorino e nelle cave di pietra della Solvay.
Alla morte del padre nel 1942 entrò nel seminario clandestino diretto dall’arcivescovo di Cracovia Sapieha, vittima di un incidente stradale nel 1944. Il 1º novembre 1946 Karol Wojtyła venne ordinato presbitero dall’arcivescovo di Cracovia, Adam Stefan Sapieha, trasferendosi a Roma dove proseguì i suoi studi alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino. Karol Wojtyła ritornò in Cracovia per la sua prima missione nel 1948, nominato vescovo ausiliare di Cracovia nel 1958. Nel 1964 fu nominato arcivescovo di Cracovia da papa Paolo VI.
Karol Wojtyła fece parte della Pontificia commissione per il controllo della popolazione e delle nascite, collaborando alla stesura di importanti documenti. Nel 1967 fu nominato cardinale di San Cesareo in Palatio, chiesa di San Cesareo de Appia dedicata a San Cesario diacono e martire di Terracina da papa Paolo VI, opponendosi al regime Comunista di Cracovia, partecipando al conclave sotto l’elezione di papa Giovanni Paolo I nel 1978. In meno di due mesi, in seguito alla morte del papa precedente, Karol Wojtyła divenne Giovanni Paolo II.
Giovanni Paolo II si ammalò di Parkinson, continuando a mostrarsi in pubblico fino a poco prima del decesso avvenuto il 2 aprile 2005, vigilia della Domenica della Divina Misericordia, beatificato nel corso della cerimonia in piazza San Pietro il 1º maggio 2011.
La sua presa di posizione sul muro di Berlino
All’interno del suo mandato pontificio Giovanni Paolo II ebbe un ruolo da protagonista nella caduta del Muro di Berlino, simbolo della divisione ideologica d’Europa e del mondo, senza poter essere definito un anti-comunista viscerale. Giovanni Paolo II considerava il Muro di Berlino come una vergogna alla soglia degli anni 2000, fonte di sofferenza e di una dittatura feroce.
Giovanni Paolo II: le frasi più famose
“La donazione salvifica che Dio fa di sé e della sua vita in qualche modo a tutta la creazione, e direttamente all’uomo, raggiunge nel mistero dell’incarnazione uno dei vertici”.
“Dobbiamo ammettere realisticamente e con profonda sofferenza, che i Cristiani oggigiorno si sentono smarriti, confusi, perplessi ed anche delusi; vengono diffuse tante idee che si oppongono alla verità come è stata rivelata e insegnata da sempre; vere e proprie eresie si sono diffuse nelle aree del dogma e della morale, creando dubbi, confusioni e ribellioni; la liturgia è stata alterata; immersi in un relativismo intellettuale e morale e quindi nel permissivismo, i Cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, da un illuminismo vagamente morale e da una cristianità sociologica priva di dogmi o di una moralità obbiettiva”.
“Costruire condizioni concrete di pace, per quanto concerne i migranti e i rifugiati, significa impegnarsi seriamente a salvaguardare anzitutto il diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria Patria”.
“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa!”.
“I trapianti sono una grande conquista della scienza a servizio dell’uomo e non sono pochi coloro che ai nostri giorni sopravvivono grazie al trapianto di un organo. La medicina dei trapianti si rivela, pertanto, strumento prezioso nel raggiungimento della prima finalità dell’arte medica, il servizio alla vita umana. Per questo, nella Lettera Enciclica Evangelium vitae ho ricordato che, tra i gesti che concorrono ad alimentare un’autentica cultura della vita merita un particolare apprezzamento la donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza”.
“Nell’umile segno del pane e del vino, transustanziati nel suo corpo e nel suo sangue, Cristo cammina con noi, quale nostra forza e nostro viatico, e ci rende per tutti testimoni di speranza. Se di fronte a questo Mistero la ragione sperimenta i suoi limiti, il cuore illuminato dalla grazia dello Spirito Santo intuisce bene come atteggiarsi, inabissandosi nell’adorazione e in un amore senza limiti”.
“Una lettura non superficiale rivela ricchezze inattese anche per chi, non credente, guardi alla persona e al ruolo del Papa con occhio rispettoso e scevro da pregiudizi”.
“La Chiesa, dunque, rende grazie per tutte le donne e per ciascuna: per le madri, le sorelle, le spose; per le donne consacrate a Dio nella verginità; per le donne dedite ai tanti e tanti esseri umani, che attendono l’amore gratuito di un’altra persona; per le donne che vegliano sull’essere umano nella famiglia, che è il fondamentale segno della comunità umana; per le donne che lavorano professionalmente, donne a volte gravate da una grande responsabilità sociale; per le donne «perfette» e per le donne «deboli» per tutte: così come sono uscite dal cuore di Dio in tutta la bellezza e ricchezza della loro femminilità; così come sono state abbracciate dal suo eterno amore; così come, insieme con l’uomo, sono pellegrine su questa terra, che è, nel tempo, la «patria» degli uomini e si trasforma talvolta in una «valle di pianto»; così come assumono, insieme con l’uomo, una comune responsabilità per le sorti dell’umanità, secondo le quotidiane necessità e secondo quei destini definitivi che l’umana famiglia ha in Dio stesso, nel seno dell’ineffabile Trinità”.
“È iscritta nell’animo umano la chiamata all’immortalità. Essa è iscritta nell’animo dell’artista, quando con l’opera del proprio talento, del suo genio, cerca di superare il limite del transeunte e della morte”.