Simposio di Platone: riassunto e breve analisi
Platone è stato un filosofo greco antico di rilevante importanza all’interno delle basi della filosofia Occidentale, figlio di Aristone del demo di Collito e di Perictione, nato ad Atene nel 428/427 a.C. e deceduto nella stessa città nel 348/347 a.C. Il Simposio di Platone risulta una delle opere filosofiche più conosciute incentrata prevalentemente sul’amore e sull’eros, articolandosi sotto forma di varie parti composte da un agone oratorio all’interno del quale ciascun oratore sceglie di esprimente il proprio parere. Vediamo nello specifico di cosa parla.
Riassunto de Il Simposio di Platone
Lo stesso titolo dell’opera evoca una scena greca antica sotto l’usanza di bere e mangiare insieme di fronte a un banchetto prima di passare al vino e alle discussioni. La storia del Simposio si apre nella seconda parte di un banchetto, dove si poteva assistere all’ecografia di balli a ritmo di musica e discussioni. I banchetti ad Atene potevano protrarsi persino per diversi giorni, relegando alla seconda e ultima parte qualsiasi attività di gruppo alla sola presenza degli uomini, fatta eccezione per il ruolo delle donne intrattenitrici.
Ne Il Simposio i commensali presenti alla seconda parte del banchetto risultavano in maggior parte affetti dai sintomi della sbornia precedente, decidendo di protrarsi in discussioni verbali lasciando da parte l’ulteriore assunzione di vino. La vicenda principale si apre con un ateniese di nome Apollodoro il quale raccontò la storia appresa dall’amico Aristodemo, reduce di un particolare banchetto nella dimora del tragediografo Agatone. La festa era stata organizzata in onore della vittoria di Agatone ad una gara di tragedie, invitando anche lo stesso Socrate all’abbondanza del banchetto, il quale si soffermò a riflettere di fronte alla porta di casa lasciando entrare l’amico Aristodemo.
Senza sedere al tavolo de banchetto Aristodemo seguì la discussione da lontano, ascoltando la prima discussione di Fedro, un ragazzo volenteroso amico di Socrate. Le tematiche, particolarmente interessanti si concentrarono soprattutto sull’amore, sotto la partecipazione anche del politico sofista Pausania, reputato da alcuni chiacchierii come un omosessuale infatuato dai rapporti con Agatone. Nell’Atene antica l’omosessualità veniva tollerata soltanto in presenza di un ragazzo più giovane e un uomo più anziano al fine di poter essere istruito a dovere. Lo stesso Pausania suddivise nel suo racconto l’amore in due differenti tipologie caratterizzate dall‘Eros Celeste, considerata la forma più pura del sentimento e l’Eros Terrestre del tutto inadeguato, legato espressamente all’attrazione fisica dei corpi.
Il medico Eurissimaco, al momento del proprio discorso, descrisse invece l’amore rapportandolo alla forza dell’energia cosmica in grado di dominare l’Universo, mentre il concetto più interessante si era rivelato quello di Aristofane rifacendosi al mito degli Androgini. Secondo la sua versione l’origine della Terra e delle prime forme di vita presentava creature sferiche dotate di quattro braccia, quattro gambe e due organi dediti alla riproduzione. Tali creature, insieme, potevano assumere il ruolo di una donna e un uomo, oppure il ruolo di due uomini o due donne. In relazione alla perfezione fisica e sferica gli Androgini decisero di ribellarsi a Zeus e agli dei. A sua volta Zeus decise di punire gli Androgini dividendoli a metà, motivo per il quale l’amore veniva inteso come un senso di completezza da ricercare in una seconda persona oltre se stessi.
Al posto di Socrate, ancora all’esterno, il discorso fu proseguito dal padrone di casa Agatone senza attrarre particolari consensi. All’arrivo di Socrate cercò di terminare le parole dell’amico citando una donna di nome Diotima, cercando di apportare all’eros un’idea migliore delle precedenti. L’origine dell’eros per Socrate si ricollegava al banchetto degli dei ubriachi dove si trovava presente anche Afrodite. Di nascosto dai partecipanti al banchetto si intrufolò Penìa, ‘Povertà’, cercando di raccogliere gli avanzi e i rifiuti del cibo caduti sotto al tavolo. Penìa decise di accoppiarsi con Poros dando alla luce il figlio dell’espediente e della povertà Eros.
Eros ereditò dalla madre la mancanza, mentre dal padre la capacità di insinuarsi ovunque, considerato a tutto gli effetti un mezzo uomo e un mezzo Dio, perciò etichettato come un Demone, protetto dalla dea della bellezza Afrodite. Al termine del banchetto Alcibiade dichiarò il suoi sentimenti nei confronti di Socrate, senza essere ricambiato.
Il Simposio: breve analisi dell’opera
Il Simposio si concentra sul banchetto tenuto a casa di Agotone, assumendo i caratteri vivi di una tipica rappresentazione teatrale incentrata sull’amore e sull’eros, nonché sui diversi miti e leggende. Nonostante gli argomenti centrali la trama scritta dell’opera si presenta nella sua prima parte particolarmente complessa, cercando di affrontare il tema dell’eros con un distacco emotivo sufficiente a non cadere all’interno dell’immedesimazione, cerando dall’altra parte di frapporre il pensiero di Fedro all’utilitarismo e mania della vita quotidiana.
Le cornici narrative sembrano essere state inserite per suscitare nel lettore il dubbio sistematico sui mezzi di comunicazione frapposti ai vari personaggi, concentrandosi nella seconda parte dell’opera nel mito delle diverse origini legate all’eros, rimarcando un’omosessualità approvata all’interno delle tradizioni dell’Atene antica tra un uomo più anziano e un ragazzo più giovane. Le due diverse tipologie legate all’eros rispecchiano i due rovesci della medaglia legati ai sentimenti strettamente ‘celesti e puri’, come nel caso dell’amore platonico, in contrapposizione al piacere della carne dato dall’attrazione fisica.