Montagne della Patagonia: quali sono, caratteristiche e curiosità
In Patagonia, al confine tra il Cile e l’Argentina, si trovano le due montagne più importanti del Sud America, la scalata verso le loro cime è molto ambita dagli escursionisti di tutto il mondo ma, per le difficoltà che presentano, la portata tecnica per provare a completare la scalata è riservata solamente a pochi espertissimi alpinisti.
Ma quali sono queste due montagne e quali caretteristiche posseggono? E quali sono le curiosità da sapere? Scopriamolo insieme in questo articolo.
Le montagne della Patagonia
Tra il Cile e l’Argentina sorge una delle vette più belle del Campo de Hielo Sur, ovvero la montagna del Cerro Torre che, con i suoi quasi 800 metri formati maggiormente da una parete granitica ricoperta di ghiaccio, viene considerata una delle montagne più difficili (se non addirittura quasi impossibile) da scalare. La particolarità della vetta del Cerro Torre consiste nel fatto che sia sempre coperta da un fungo di ghiaccio, inoltre in questa regione il clima non è particolarmente generoso e per questo motivo le condizioni metereologiche possono essere parecchio avverse.
Sempre nel Campo de Hielo sur nei pressi del villaggio di El Chantén si trova la montagna del Cerro Chantén oppure conosciuta anche con il nome di Cerro Fitz Roy, con la sua altezza media di tremila metri viene comunque considerata la cima più alta del Parco Nazionale de Los Glaciares, nonostante questo però la sua altezza raggiunge solo la metà dell’Himalaya. Per riuscire a compiere la scalata per arrivare a conquistare la vetta occorre essere degli alpinisti molto esperti e dotati di un ecezzionale preparazione tecnica perchè, oltre alle condizioni climatiche non favorevoli e decisamente traditrici, le pareti di granito della montagna si presentano particolarmente ostiche rendendo la scalata molto complicata.
Le curiosità da sapere
La montagna del Cerro Torre è avvolta da un alone di mistero che permane ancora oggi, guardando tutte le sue pareti verticali da un’aria di inacessibilità a qualunque scalatore, poi tenendo anche conto del mal tempo perennemente onnipresente, con temperature che possono scendere repentinamente fino ai 30 gradi sotto lo zero, quest’impressione si rafforza ancora di più. La nomea di montagna più difficile del mondo risale agli anni ’50, tra l’altro la maggior parte degli scalatori era anche fermamente convinta che non fosse possibile conquistare la vetta senza ricorrere a dei mezzi sleali.
A tentate la scalata del Cerro Torre, sfidandone la nomea di montagna inacessibile, fu l’alpinista italiano Cesare Maestri che, nel 1959, tentò l’impresa con il ghiacciatore di origine austriaca Toni Egger ma sulla riuscita ci sono parecchi dubbi. Una settimana dopo la partenza Cesare Maestri venne recuperato, in uno stato mentale poco lucido, ai piedi della montagna mentre Egger invece era morto precipitando mentre stavano effettuano la discesa. Successivamente Maestri affermò di aver conquistato la vetta il 31 Gennaio e che le foto, scattate come prova, erano rimaste dentro la macchina fotografica che era caduta insieme ad Egger ma quando anni dopo venne ritrovato il corpo dell’austriaco della macchina fotografica non c’era nemmeno l’ombra.
Successivamente la scalata alla montagna, complice il fatto che ogni suo versante è sempre ricoperto dalla nebbia, è stata proibitiva per chiunque ci abbia provato rafforzando ancora di più l’opinione che Cesare Maestri non aveva detto la verità. L’Alpinista italiano allora decise di ripetere l’impresa negli anni ’70 ma salendo per un’altra via con l‘ausilio dei chiodi, che venne ribattezzata via del compressore in quanto Maestri durante la discesa (in segno di disprezzo) aveva chiuso l’accesso lasciando appeso il suo compressore, questo ovviamente accese molte polemiche da parte degli altri escursionisti che lo accusarono di slealtà. Alla fine è stata la spedizione del 1974 dell’americano Jim Brindwell a essere considerata la prima vera conquista della vetta, in quanto aveva percorso si la via del compressore ma l’aveva fatto senza l’ausilio di quei mezzi che furono contestato all’alpinista italiano.
Al giorno d’oggi il Cerro Torre non solo è stato scalato seguendo la via del compressore in tutte le stagioni ma in alcuni casi anche in tempi che vengono considerati da record, però il versante usato da Maestri nel ’59 rimane ancora impossibile da percorrere e chi ci ha provato nel corso degli anni non ha mai trovato nessuna traccia del passaggio dell’alpinista italiano e del ghiacciatore austriaco, infittendo in questo modo ancora di più il mistero che circonda quell’impresa e minando sempre di più la veridicità delle parole di Cesare Maestri.