Duomo di Milano: riassunto della storia, architettura e dimensioni
Il Duomo di Milano, chiamato anche sotto la denominazione di Basilica Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria, cattedrale dell’arcidiocesi di Milano. La costruzione del Duomo di Milano nell’omonima piazza è dedicato a Santa Maria Nascente, collocandosi al quarto posto tra le Chiese più grandi d’Italia, sede della parrocchia di Santa Tecla.
Riassunto della storia del Duomo di Milano
La costruzione del Duomo di Milano è iniziata nel 1386 protraendosi per oltre 500 anni sotto l’ultimazione della facciata verso la fine del 1800, sotto il volere di Gian Galeazzo Visconti, all’epoca il Signore di Milano. Il progetto di costruzione originario del Duomo di Milano vantava materiali pregiati sotto la copertura dell’intera parte esterna di marmo bianco, motivo per il quale le cave di Condoglia appartenenti alla famiglia Visconti vennero donate alla Fabbrica del Duomo, la quale si occupa tutt’oggi della manutenzione dell’opera.
Il Duomo di Milano si erge su un territorio sacro ospitante in origine il tempio di Minerva, nonché l’antica cattedrale di Santa Maria Maggiore, cattedrale invernale, mentre la costruzione è stata intitolata a SS. Tecla e Pelagia per volere di sant’Ambrogio. A direzione del cantiere furono chiamati architetti francesi e tedeschi, come Jean Mignot, Jacques Coene, Enrico di Gmünd, ma anche Simone d’Orsenigo il primo ingegnere capo, la presenza del francese Nicolas de Bonaventure per il disegno dei finestroni. In origine l’edificio avrebbe dovuto ospitare tre navate e cappelle laterali quadrate, portando successivamente il numero delle navate a cinque eliminando dal progetto le cappelle laterali. Nel 1931, sotto l’intenzione di ampliare i quattro pilastri centrali, venne chiamato anche il matematico piacentino Gabriele Stornaloco.
Architettura e dimensioni del Duomo di Milano
Nel 1393, su disegno di Giovannino de’ Grassi, fu realizzato il primo capitello dei pilastri provvedendo ad un nuovo disegno dei finestroni sotto la carica di ingegnere generale fino al 1398, passando alla direzione di Filippino degli Organi dei finestroni absidali. Dal 1452 al 1481, a capo del cantiere, passò Giovanni Solari affiancato per un biennio dall’architetto toscano Filarete, susseguendo ad altre figure professionali fino al 1567 con a capo della Fabbrica Pellegrino Tibaldi, il quale ridisegnò il presbiterio riconsacrato nel 1577.
La facciata fu inizialmente progettata da Pellegrino Tibaldi e in seguito da Martino Bassi, sotto la presenza dei migliori architetti dell’epoca. Nel 1628 fu realizzato il portale centrale, portando avanti il progetto della facciata sotto un effetto a edicole ispirato a Santa Susanna di Roma, disegnato da Luigi Vanvitelli e Bernardo Antonio Vittone. A completamento del tiburio e della guglia maggiore, dove fu innalzata in seguito la Madunina di rame dorato, furono i lavori di Francesco Croce tra il 1765 e il 1769.
Lo schema della facciata del Duomo di Milano di Buzzi fu ripreso a fine secolo da Luigi Cagnola, Carlo Felice Soave e Leopoldo Pollack, sotto l’assunzione dei lavori da parte di Giuseppe Zanoia sotto volere di Napoleone Bonaparte, conclusa da Carlo Amati nel 1813. Il basso campanile fu abbattuto nel 1866, completando le guglie e le decorazioni architettoniche fino al 1892. Durante il corso della Seconda Guerra Mondiale la Madonnina venne posta al riparo da diversi strati di stracci, rimuovendo preventivamente anche le vetrate. Nel corso del dopoguerra il Duomo di Milano necessitò di diverse opere di restauro, sostituendo le porte di legno in bronzo, a cura degli scultori Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni e Luciano Minguzzi.
I quattro piloni centrali furono costruiti in serizzo, sotto una parte esterna in marmo, a sostegno del triburio, restaurando le due parti nel corso del XIX secolo sotto il pericolo di un cedimento, ordinando nel 1969 il rallentamento della linea 1 della metropolitana al fine di evitare ulteriori cedimenti. Il restauro del Duomo di Milano fu completato nel 1986 in occasione dei seicento anni dalla costruzione. Odiernamente la manutenzione della costruzione è ancora affidata alla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano. La linea del Duomo di Milano si ispira al gotico mastodontico e fantasmagorico, presentando una pianta a croce latina, con piedicroce a cinque navate e transetto a tre, un profondo presbiterio circondato da un deambulatorio con abside poligonale, dove all’incrocio dei bracci si innalza il triburio.
L’intera struttura è composta da pilastri e muri perimetrali rinforzati, con guglie e pinnacoli privi di funzione portante, con contrafforti a forma di triangoli, un basamento in muratura, parti interne dello stesso materiale, un rivestimento esterno in marmo di Candoglia bianco rosato con venature grigie. Le pareti esterne del Duomo di Milano presentano una massa di semipilastri polistili con un ricamo di archi polilobati sormontati da cuspidi e finestre ad arco strette, mentre la copertura esterna è sorretta dal doppio ordine incrociato di volte minori.
L’architettura esterna del Duomo di Milano comprende grandi finestroni a stemma di Gian Galeazzo Visconti nella parte absidale con statue, contrafforti, doccioni e le guglie. A coronamento dei contrafforti si trovano guglie e legati al basamento da diverse fasce orizzontali, al di sopra una cornice ad archetti disposta su peducci raffiguranti forme antropomorfe e zoomorfe. L’abside è illuminata da tre grandi finestroni, rifiniti in marmo, sotto i rosoni di Filippo degli Organi nell’ogiva e la dedica del finestrone centrale all’incarnazione di Cristo. I disegni della facciata furono scolpiti dai disegni del Cerano, i basamenti dei contrafforti centrali da Carlo Buzzi.
Sulle mensole si trovano le statue di Apostoli e Profeti, le statue neoclassiche sulla balaustra del finestrone centrale, integrando influenze architettoniche del Tardo Rinascimento di Tibaldi, al neogotico napoleonico dell’Acquisti, fino al Barocco di Francesco Maria Richini. Il Duomo di Milano vanta una verticalità gotica e orizzontalità di tradizione invece lombarda, sotto un’abbondanza di sculture comprendendo rilievi a raffigurazione della Morte di Assalonne, Sansone toglie le porte di Gaza, Sansone sbrana il leone, Sacrificio di Caino, Sacrificio di Abele.
La Porta di Sant’Ambrogio del Duomo di Milano comprende a rilievo i Sacrificio di Noè, David con la testa di Golia, la Torre di Babele; la Porta di Maria il Serpente di bronzo, i Letto di Salomone, le Figure simboliche. La Porta della battaglia di Legnano i rilievi Torre davidica, Mosè fa scaturire le acque, Sogno di Giacobbe; la Porta della Storia del Duomo il Roveto ardente, la Cacciata dal Paradiso terrestre, il Grappolo della Terra Promessa, Mosè salvato dalle acque, Raffaele e Tobiolo.
Decorazioni interne ed esterne del Duomo di Milano
L‘interno del Duomo di Milano ospita i “Quadroni di San Carlo”, cinquantasei grandi tele a celebrazione della vita. Nella prima campata della navata esterna destra si trova il sarcofago dell’arcivescovo Ariberto da Intimiano, mentre la vetrata è decorata dalle Storie di San Giovanni evangelista, tratte dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, il sarcofago dell’arcivescovo Ottone Visconti nella seconda campata, le Storie del Vecchio Testamento dei maestri lombardi e fiamminghi raffigurando la passione di Cristo nell’altra vetrata.
Nella terza campana si trova invece l’elenco degli arcivescovi di Milano e una vetrata con altre Storie del Vecchio Testamento, mentre la quarta campata presenta il sarcofago di Marco Carelli, la quinta campana una lapide con il progetto tardottocentesco di Giuseppe Brentano sulla realizzazione della facciata e il sepolcro rinascimentale di Gian Andrea Vimercati a sinistra. Nella sesta campana si trova l’altare di sant’Agata composto da colonne composite e frontone, realizzato da Pellegrino Tibaldi. L’ottava campana ospita l’Altare della Madonna.
Nella prima campana esterna del Duomo di Milano si trovano le Storie di David di Aldo Carpi, nella seconda il il battistero di Pellegrini, il monumento agli arcivescovi Giovanni, Guidantonio e Giovannangelo Arcimboldi, attribuito a Galeazzo Alessi o a Cristoforo Lombardo nella terza campana esterna, nella quarta le Storie dei Santi Quattro Coronati di Pellegrino Tibaldi. La quinta campana esterna conserva il rifacimento del 1832 dell’edicola della Tarchetta dell’Amadeo, nella sesta campana l’Altare del Crocifisso di san Carlo, nella settima campata l’altare e la vetrata dedicati a san Giuseppe, l’Altare di sant’Ambrogio di Pellegrini nell’ultima campana.
Nel transetto destro si trova il monumento funebre a Gian Giacomo Medici, denominato il Medeghino, di Leone Leoni, la vetrata ad opera di Giovanni Battista Bertini, la Cappella di san Giovanni il Buono a conclusione della navata mediana, l’altare della Presentazione della Vergine, mentre nella vetrata soprastante si trovano le Storie di san Martino e la Presentazione della Vergine. Nel braccio nord del transetto del Duomo di Milano si trova un altare disegnato dal Tibaldi dedicato a Santa Tecla, un secondo altare dedicato a santa Prassede.
Nella navata mediana si trova la Cappella della Madonna dell’Albero sotto il disegno di Francesco Maria Richini e le modifiche di Fabio Mangone e Tolomeo Rinaldi, conservando le lapidi funerarie di vari arcivescovi, l’Altare di santa Caterina a sinistra, il monumento funebre dell’arcivescovo Filippo Archinto. Il triburio al centro della chiesa di Giovanni Antonio Amadeo misura 86 metri a base ottagonale, possedendo la campana maggiore, dedicata alla Beata Vergine Maria; la campana mezzana, dedicata a sant’Ambrogio; la campana minore, dedicata a san Barnaba.
Il presbiterio del Duomo di Milano è diviso in due parti, con vari piani ripavimentati, vantando l’accesso da una gradinata semicircolare, presentando l’altare maggiore, proveniente direttamente dalla basilica di Santa Maria Maggiore, e consacrato da Papa Martino V, mentre la cattedra e l’ambone risultano opera dello scultore Mario Rudelli, con al centro dell’area il Tempietto o ciborio di Pellegrini. Al di sopra dell’altare maggiore, attaccato alla chiave di volta, si trova il chiodo della Vera Croce, la reliquia più rinomata presente all’interno del Duomo di Milano. Nel retrocoro si trovano le scale dirette alla cripta, un’area circolare disegnato da Pellegrini, presentando un peribolo attorno all’altare, lo scurolo di san Carlo ossia la cappella a base ottagonale schiacciata, progettata da Francesco Maria Richini.
Sul retro del coro corre la galleria deambulatorio illuminata grazie alla presenza di tre finestroni, mentre le campane contengono diversi monumenti a pontefici e cardinali, armadi seicenteschi all’interno della sacrestia. Il Duomo di Milano presenta una lunghezza totale esterna di 158,50 m; una lunghezza totale interna 148,50 m; una larghezza esterna al transetto 93 m, una larghezza della facciata 67,90 m, una larghezza interna del piedicroce a 5 navate 57,60 m, una larghezza esterna del piedicroce 66 m, un’altezza delle volte 45 m, un’altezza del tiburio 68 m, un’altezza dei pilastri interni 24 m, un’altezza della massima facciata 56,50 m, un’altezza della Madonnina dal suolo 108,50 m, un’altezza della statua della Madonnina 4,16 m, un diametro pilastri interni 3,40 m, un numero pilastri interni 52, un numero guglie 135, un umero statue totali a 3400.
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