Biblioteca di Alessandria: riassunto della storia e distruzione

La Biblioteca di Alessandria d’Egitto conservava la più ampia collezione di libri antichi a livello mondiale, considerata a tutti gli effetti uno dei principali poli culturali di stampo ellenistico. L’immenso sapere contenuto al suo interno andò distrutto più volte nel corso degli anni tra il 48 a.C. e il 642 d.C., mentre in suo ricordo è stata istituita nel 2002 la Bibliotheca Alexandrina.
Origini e storia della Biblioteca di Alessandria
La Biblioteca di Alessandria d’Egitto fu costruita intorno al III secolo a.C. durante il regno del faraone egizio Tolomeo II Filadelfo, sotto la probabile ideazione di Tolomeo I Sotere, il quale fece costruire anche l’annesso Museo, arricchendosi di opere antiche tra il IV e I secolo a.C. L’iniziale organizzazione della Biblioteca di Alessandria, secondo la Lettera di Aristea, viene attribuita all’oratore, filosofo e politico Demetrio Falereo allievo di Aristotele, cacciato successivamente all’inizio del regno di Tolomeo II.
A Demetrio Falereo viene riconosciuta l’acquisizione di diverse opere tra cui il “fondo delle navi”, secondo il quale tutte le navi in transito nel porto di Alessandria dovevano lasciare i propri testi antichi all’interno della biblioteca in campo di copie. Durante la raccolta delle opere più importanti del mondo antico fu tradotto in greco anche l’Antico Testamento in origine redatto in ebraico, sotto la denominazione di Septuaginta o “Bibbia dei Settanta”. Durante il regno di Tolomeo III si trovavano ben due biblioteche, una più grande all’interno del palazzo reale, ed una più piccola destinata alle consultazioni pubbliche all’interno del tempio di Serapide, ovvero il “Serapeum”.
Sotto una stima dell’epoca sono state stimate raccolte per un massimo di 490.000 rotoli presenti soltanto all’interno della biblioteca più grande ubicata nel palazzo reale, mentre la consistenza letteraria della Biblioteca di Alessandria rimane odiernamente sconosciuta. Il primo direttore nominato all’organizzazione della Biblioteca di Alessandria fu Zenodoto di Efeso, ricordato soprattutto per l’edizione critica dei poemi di Omero, mentre la prima vera catalogazione delle opere si deve a Callimaco di Cirene. A seguito della direzione da parte di Apollonio Rodio venne scelto il geografo Eratostene, nella seconda metà del III secolo a.C., il quale apportò un netto incremento dei testi scientifici all’interno della Biblioteca di Alessandria.
Nella prima metà del II secolo a.C. la Biblioteca di Alessandria raggiunse il suo apice in ambito lessicografico e la filologico grazie agli interventi di Aristofane di Bisanzio ed Aristarco di Samotracia, fino all’estinguersi della divulgazione culturale politica dei Tolomei in conseguenza ai disordini sociali.
La distruzione della Biblioteca di Alessandria
Le fonti antiche indicano una serie di periodi storici all’interno dei quali si sarebbe potuta verificare una distruzione totale o parziale della Biblioteca di Alessandria riportando l’incendio del 48 a.C. di Giulio Cesare; l’attacco di Aureliano intorno al 270 d.C.; il decreto di Teodosio I del 391 d.C.; la conquista araba del 642 d.C. L’incendio che distrusse parte delle opere presenti nella biblioteca si riconduce alla spedizione di Giulio Cesare in Egitto e ai disordini esplosi nella città d’Egitto. A conferma dell’avvenuto incendio furono anche le versioni di Plutarco contenute all’interno dell’opera ‘Vite parallele – Cesare’.
Nel corso della guerra alessandrina la distruzione parziale della Biblioteca di Alessandria fu incrementata anche dalla presenza di un’iscrizione datata alla metà del I secolo d.C. dedicata a Tiberio Claudio Balbillo, sotto diretto incarico proprio per il supra Museum et ab Alexandrina bibliotheca. La sua distruzione viene collocata anche nel periodo storico a scoppio del conflitto tra l’imperatore Aureliano contro Zenobia, mentre alcuni studiosi hanno datato la distruzione della Biblioteca di Alessandria intorno al 400.
Fonti diverse narrano della sua distruzione ad opera del generale comandante delle truppe arabe ʿAmr b. al-ʿĀṣ intorno al 642, sotto il diretto ordine emesso dal califfo ʿOmar. Nel 2002 la Biblioteca di Alessandria ha subito una nuova inaugurazione grazie ad un progetto portato a termine da architetti norvegesi, statunitensi e australiani.