Come diventare consulente del lavoro e quanto guadagna?
Il consulente del lavoro possiede specifiche conoscenze accademiche integrando la necessità di una forte passione alla base di tale percorso, aprendo diverse opportunità all’interno dell’ambito professionale. Il ruolo di consulente del lavoro richiede responsabilità e propensione al lavoro in team all’interno delle aziende per la selezione del personale.
Cos’è il consulente del lavoro?
Il consulente del lavoro consiste in un libero professionista il quale si occupa di fornire determinate consulenze in ambito lavorativo in collaborazione con aziende nella valutazione del personale subordinato e parasubordinato. Il consulente del lavoro opera all’interno dell’area giuridico-economica provvedendo agli adempimenti aziendali e ai cedolini paga.
Come si svolge il lavoro di consulente del lavoro
Le mansioni della figura professionale di consulente del lavoro comprendono la gestione degli aspetti contabili, assicurativi, giuridici, previdenze sociali, evoluzione all’interno del rapporto di lavoro ma anche assistenza e rappresentanza delle aziende, assistenza in sede di contenzioso tributario, consulenza d’ufficio, trasmissioni della documentazione fiscale, certificazioni tributarie, intervenendo in caso di segnalazioni di denuncia di attività di antiriciclaggio e terrorismo.
Il consulente del lavoro dovrà intervenire all’interno delle conciliazione e arbitrato, supervisionando la regolarità normativa dei rapporti di lavoro, provvedendo alle richieste di dimissioni in modalità telematica. Tuttavia all’interno del territorio italiano il consulente del lavoro si occupa soprattutto di fornire consulenze aziendali operando nel settore delle risorse umane, promuovendo una corretta gestione dei rapporti.
Come si diventa consulente del lavoro
Per diventare consulente del lavoro si dovrà percorrere un percorso accademico specifico attraverso il conseguimento di un titolo di laurea, secondo la normativa sancita dalla Legge n. 12/1979.
Requisiti accademici
Il consulente del lavoro dovrà conseguire una laurea triennale o quinquennale in una delle discipline: scienze dei servizi giuridici; scienze politiche e delle relazioni internazionali; scienze dell’economia e della gestione aziendale; scienze dell’amministrazione; scienze economiche; scienze giuridiche.
Tra le lauree specialistiche si evidenziano: giurisprudenza; scienze dell’economia; scienze della politica; scienze delle pubbliche amministrazioni; scienze economico-aziendale; teoria e tecniche della formazione e dell’informazione giuridica, oppure una laurea triennale triennale in consulenza del lavoro.
Oltre alla laurea si dovrà seguire un periodo di praticantato della durata pari a 18 mesi presso lo studio di un professionista iscritto all’Albo da 5 anni. Nel periodo del tirocinio si dovranno svolgere consulenze sotto la supervisione di un consulente del lavoro esperto. Il tirocinio potrà essere anticipato durante il corso dell’ultimo anno di laurea sulla base di un accordo tra il Consiglio nazionale dell’Odine, il Miur e il Ministero del Lavoro.
Successivamente al tirocinio si dovrà sostenere un esame di stato di abilitazione presso le commissioni territoriali del Ministero del Lavoro, dell’Inps, dell’Inail e di fronte ad un professore di materie giuridiche sostenendo due prove scritte e una prova orale. La prova orale prevederà materie quali: diritto del lavoro; legislazione sociale; diritto tributario; elementi di diritto privato, pubblico e penale; nozioni generali sulla ragioneria; rilevazione del costo del lavoro e formazione del bilancio, per un tempo massimo di sette ore.
Conseguendo l’abilitazione finale il consulente del lavoro dovrà iscriversi all’Albo professionale sancito dalla Legge n. 12/1979, sotto l’obbligatorietà di una formazione professionale continua sotto il raggiungimento di 50 crediti ogni 2 anni.
Quanto guadagna un consulente del lavoro
La retribuzione di un consulente del lavoro dipende da una serie di fattori quali il numero di clienti, l’esperienza nel campo, l’eventualità di uno studio professionale in proprio, le collaborazioni strette con le varie aziende. Generalmente il consulente del lavoro può arrivare a percepire un salario mensile pari a 3 mila euro, inferiore in caso di un professionista dipendente, sui 1.000-2.300 euro, ma comunque fisso al contrario del libero professionista. Il reddito medio annuale dei consulenti del lavoro può aggirarsi da 30.000 euro a 37.000 euro, arrivando anche a 50.000 euro.