Foucault: chi è, biografia completa, pensiero e storia della follia

Paul-Michel Foucault è stato un importante filosofo, sociologo, storico della filosofia e della scienza, nonché accademico e saggista francese nato il 15 ottobre 1926 e deceduto il 25 giugno 1984. In qualità di filosofo Paul-Michel Foucault contribuì allo sviluppo della corrente filosofico-antropologica strutturalista e post-strutturalista degli anni ’70 e inizio anni ’80, l’unico a realizzare il progetto storico-genealogico difeso da Friedrich Nietzsche.
Biografia del filosofo Paul-Michel Foucault
Paul-Michel Foucault nacque all’interno dei una famiglia della medio-borghesia francese frequentando la scuola cattolica primaria, entrando successivamente all’interno del prestigioso Lycée Henri-IV di Parigi, ammesso all’École Normale Supérieure nel 1946, conseguendo un diploma di laurea in filosofia e in psicologia. A livello privato il filosofo cercò più volte di suicidarsi, vivendo con complessità la propria omosessualità. Nel 1952 venne assunto come psicologo al fianco del professor Jean Delay a l’hopital Sainte-Anne a Parigi.
Dal 1954 al 1958 insegnò francese nelle università di Uppsala, Varsavia e Amburgo, ottenendo la direzione dell’Istituto francese di Uppsala. A seguito della rinuncia ad un prestigioso lavoro in Giappone Paul-Michel Foucault si trasferì a Tunisi, instaurando per 25 anni una relazione sentimentale con lo studente Daniel Defert, continuando a pubblicare diverse opere letterarie quali ‘Nascita della clinica: un’archeologia dello sguardo medico’, ‘Le parole e le cose’, ‘L’archeologia del sapere’. Nel 1970 Paul-Michel Foucault fu eletto professore presso il Collège de France, continuando ad impegnarsi nella ricerca fino alla data della sua stessa morte. Tra le altre opere pubblicò ‘Sorvegliare e punire’, ‘Storia della sessualità, ‘La volontà di sapere’, ‘L’uso dei piaceri’.
Pensiero del filosofo e storia della follia
In seguito agli studi condotti Paul-Michel Foucault si concentra essenzialmente sull’epistemologia al fine di individuare le basi storiche dell’unione tra la malattia e la follia, giungendo alla psicopatologia e alla medicina clinica, connesse ai luoghi pubblici rappresentati dai manicomi dell’epoca, soffermandosi sul dominio del medico curante sul paziente. Il filosofo affronta tali tematiche all’interno delle sue prime opere Storia della follia nell’età classica (1961) e Nascita della clinica (1963).
Paul-Michel Foucault si sofferma in seguito sull’importanza delle strutture epistemologiche in grado di identificare ogni volta il soggetto e l’oggetto della storia, sulla base di una scienza implicita ma anche sull’inconscio, l’animo umano e lo spazio delle possibilità. Lo stesso filosofo definisce il tentativo di portare alla luce l’episteme in ogni epoca un tentativo archeologico portando avanti un’indagine strettamente storica nelle sue opere Le parole e le cose. Un’archeologia delle scienze umane (1966), mostrando l’uomo sotto la luce riflettente di una storia recente oggetto e simbolo del sapere che si sta infrangendo e frammentando.
Sulle correnti filosofiche di Nietzsche il filosofo francese Foucault sottolinea la necessità di un nuovo spazio di pensiero, implicando il termine dell’umanesimo tradizionale allo stesso modo delle filosofie dell’impegno e dell storicismo, analizzando un processo di continua crescita umana cosciente, oggetto dell’opera L’archeologia del sapere (1969). Paul-Michel Foucault sottolinea nelle sue ricerche anche il ruolo rilevante delle società nell’ordine della verità delle cose, promuovendo un potere impersonale privo di dimora fissa come invece sostenuto da Marx concentrata invece sugli oppositori e gli oppressi.
La sessualità secondo il filosofo francese, oggetto dell’opera La volontà di sapere (1976), viene considerata come un’invenzione moderna, trattata anche nelle opere L’uso dei piaceri e La causa di sè. Una delle opere più importanti di Paul-Michel Foucault consiste nella “Storia della follia”, all’interno della quale si trova una ricerca delle coordinate teoriche della patologia stessa, dimostrandosi una realizzazione di passaggio rispetto ai lavori precedenti e successivi.
Dall’opera si legge: “Forse, un giorno, non sapremo più esattamente che cosa ha potuto essere la follia.Resterà soltanto un enigma di questa Esteriorità. Quale era dunque, ci si domanderà, questa strana delimitazione che è stata alla ribalta dal profondo Medioevo sino al ventesimo secolo e forse oltre? Perché la cultura occidentale ha respinto dalla parte dei confini proprio ciò in cui avrebbe potuto benissimo riconoscersi, in cui di fatto si è essa stessa riconosciuta in modo obliquo? Perché ha affermato con chiarezza a partire dal XIX secolo, ma anche già dall’età classica, che la follia era la verità denudata dell’uomo, e tuttavia l’ha posta in uno spazio neutralizzato e pallido ove era come annullata?”.