Le cinque giornate di Milano: cosa successe? riassunto e luoghi
Le Cinque Giornate di Milano rappresentano l’insurrezione anti-austriaca iniziata il 18 marzo del 1848 all’interno della città di Milano, a quell’epoca parte del Regno Lombardo – Veneto, protratta fino al 22 marzo arrivando alla temporanea liberazione del territorio dal dominio austriaco. Le Cinque Giornate di Milano rappresentarono un capitolo importante della storia risorgimentale italiana del XIX secolo, in corrispondenza della prima guerra d’indipendenza italiana.
Motivazioni dello scoppio del conflitto durato cinque giornate
Nel 1948 il malcontento all’interno della città di Milano, parte dell’Impero austriaco, raggiunse livelli critici, raggiunse livelli critici tra i milanesi e gli austriaci, sotto continue interpretazioni negative da parte di entrambe le posizioni. Nel settembre 1947 il nuovo arcivescovo Carlo Bartolomeo Romilli, a sostituzione dell’austriaco Karl Kajetan von Gaisruck, i festeggiamenti popolari provocarono la reazione delle Polizia sulla folla, provocando la morte di un milanese e ulteriori feriti.
Ne 1948 i milanesi decisero di smettere di fumare per colpire direttamente le entrate erariali provenienti dalla tassa sul tabacco, mentre la risposta austriaca inviò forze militari per strada fumando sigari. Al termine dello sciopero si contarono 6 morti e oltre 80 feriti. La conseguente decisione del re Ferdinando II, avvenuta a seguito del 12 gennaio con la rivolta di Palermo, promuovendo la concessione della Costituzione, la promulgazione dello Statuto Albertino, le Costituzioni nel Granducato di Toscana e nello Stato Pontificio, favorì un ulteriore peggioramento della situazione a Milano.
Riassunto delle Cinque Giornate di Milano
Dal 16 marzo del 1848 iniziarono a circolare voci in merito alla presa di posizione di Francia, Austria, Ungheria, Boemia e Croazia, sfociando in una catena di eventi a promozione della Prima guerra di indipendenza. Sotto la dominazione dell’Impero austo-ungarico la città di Milano si trovava sotto il comando del maresciallo Radetzky, il quale guidò la sommossa delle cinque giornate di ribellione.
Durante l’arco delle prime tre giornate di conflitto le forze armate austriache si dimostrarono in netta difficoltà contro i cittadini milanesi, forti delle violenze subite da parte della Polizia, costringendole a chiedere l’armistizio il 20 marzo del 1848, sotto la costruzione di un governo provvisorio da parte della popolazione. Nella giornata del 21 marzo le forze dell’esercito rivoluzionario arrivarono a conquistare tutte le caserme controllate dalle forze austriaco, costringendo il maresciallo Radetzky a dichiarare la ritirata.
Il 23 marzo del 1848 la città di Milano veniva dichiarata ufficialmente libera dall’opposizione austriaca, sotto la formazione di un nuovo governo. Forte della ribellione e della vittoria dei milanesi re Carlo Alberto decise di dichiarare guerra all’Impero Austro-Ungarico, promuovendo la formazione di forze militare dal Veneto e dalla Lombardia, proclamando l’inizio della Prima guerra di indipendenza.