Dante Alighieri: vita, opere principali, pensiero filosofico e politico
Dante Alighieri, battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri, più noto soltanto come Dante, nasce a Firenze tra il 21 maggio e il 21 giugno del 1265, morto a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321, assumendo in vita il ruolo di poeta, scrittore e politico italiano tra le figure più rinomate all’interno della letteratura, considerato a tutti gli effetti il ‘padre della lingua italiana’ e autore della Divina Commedia.
La vita di Dante Alighieri
Dante Alighieri nasce all’interno di una famiglia delle piccola nobiltà fiorentina, avvicinandosi nel corso della sua formazione culturale al maestro Brunetto Latini, una figura professionale di notevole spicco all’interno della vita politica e civile della Firenze di quell’epoca. Dante Alighieri si dimostra uno studente autodidatta, crescendo in un ambiente fiorentino elegante e cortese, approcciandosi alla poesia traendo ispirazione anche dalle amicizie con i poeti della scuola stilnovistica quali Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e Cino da Pistoia.
Alla base dell’ideale racchiuso all’interno della poesia di Dante Alighieri si denotano una cultura aristocratica e uno stile poetico raffinato. In età giovanile Dante Alighieri incontra la figura fonte di ispirazione della sua opera principale, ossia Beatrice, alla quale si lega attraverso un legame d’amore platonico sublimato dalla spiritualità. La morte di Beatrice avvenuta nel 1290 conduce l’autore in un periodo di crisi nel quale rielabora il concetto dei sentimenti provati riadattandoli all’immagine di un amore finalizzato alla ricerca della moralità e dell’impegno sociale, alla giustizia, alla ricerca filosofica.
Successivamente alla perdita dell’amata Dante si frappone anche all’interno della vita politica di Firenze in veste di guelfo bianco, raggiungendo l’apice della carriera politica nel 1300, dimostrandosi moderato ma sostenitore dell’autonomia della città a liberazione dalle ingerenze del potere pontificio. Lo stesso Papa Bonifacio VIII decide così di inviare contro i guelfi bianchi Carlo di Valois, fratello del re di Francia, costringendo Dante e altri due ambasciatori a recarsi in visita al pontefice per cercare di dissuaderlo dall’intervento francese. Grazie a Carlo di Valois Firenze la città di Firenze fu soggetta al sostegno del potere dei guelfi neri, condannando Dante Alighieri all’esilio.
L’esilio rappresenta per Dante un momento estremamente doloroso in grado tuttavia di esaltare le sue opere poetiche e letterarie, scrutando un mondo maggiormente libero dalla corruzione e dall’odio politico dei governatori fiorentini. All’interno della sua opera principale, la Divina Commedia, Dante cerca di indirizzare gli uomini verso il cammino per la retta via, mentre durante gli anni dell’esilio si ritrova a viaggiare per l’Italia centrale e settentrionale sotto l’ospitalità chiesta a varie corti. All’interno dei suoi viaggi Dante Alighieri promuove le idee politiche dell’imperatore Arrigo VII, idealizzato come il possibile portatore della pace, un pensiero successivamente svanito con la morte dello stesso.
Opere principali e pensiero filosofico di Dante
Nel 1295 Dante Alighieri compone l’opera ‘La Vita Nuova’, consistente in una raccolta di poesie ispirate all’amore provato per Beatrice. Tra il 1304-1306 compone il trattato in lingua latina ‘De Vulgari Eloquentia’ lasciando in eredità agli scrittori del periodo l’arte della scrittura in italiano volgare. Tra il 1304-1307 Dante Alighieri scrive il ‘Convivio’, riconducibile ai primi anni dell’esilio, allo scopo di indirizzare le persone alla convivenza all’interno della società sotto il rispetto delle leggi morali.
Tra il 1310-1313 compone ‘De Monarchia’, altra composizione scritta in latino, all’interno del quale Dante affronta il tema delicato della politica. L’autore compone inoltre ‘Le Rime’, sotto ordine dei posteri, all’interno del quale Dante inserisce diversi componimenti poetici, integrati cenni filosofici, politici e l’esperienza dell’esilio. Tra il 1306-1321 realizza la sua opera più importante, la ‘Divina Commedia’, composta da tre cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), comprendenti ognuna 33 canti in terzine di endecasillabi, fatta eccezione per l’Inferno composto da un canto e da un prologo più lungo.