Acquistare casa: le novità e i trend più recenti in Italia

Il 2025 sembra aver ridato slancio al mattone italiano, ma con caratteristiche diverse rispetto ai cicli precedenti. La domanda di acquisto è tornata stabile, in molti casi più selettiva, mentre l’offerta non cresce allo stesso ritmo: ne derivano tempi medi di vendita più brevi e un lieve rialzo dei prezzi in diversi mercati.
Le analisi che fotografano questa fase convergono tutte verso scenari di ripresa moderata: segnali positivi sulle transazioni, tassi d’interesse in calo rispetto ai picchi recenti e un mix di acquirenti che vede prevalere la prima casa.
Anche per questo molti compratori valutano formule “ibride” che uniscono compravendita e lavori, per adattare l’immobile a esigenze di efficienza energetica e qualità dell’abitare, e l’offerta delle banche si sta allineando a queste nuove esigenze. Tra gli istituti di credito più conosciuti che offrono formule ibride tra acquisto e ristrutturazione, troviamo ad esemio BNL, Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Unicredit (Fonte: https://www.facile.it/mutui/guida/mutuo-acquisto-piu-ristrutturazione.html).
Cosa sta succedendo al mercato nel 2025
Le ricognizioni di metà anno indicano un mercato residenziale meno incerto del 2024 e in lenta accelerazione. Secondo i riscontri OMI del primo trimestre, il 2025 si è aperto con compravendite in aumento e domanda dinamica, a fronte di un’offerta ancora scarsa nelle grandi città; il risultato è un incremento dei prezzi al metro quadro e tempi di chiusura più rapidi, con una media prossima a cinque mesi nelle aree più dinamiche. Il quadro, sintetizzato come “ripresa moderata”, riflette fiducia selettiva e un ritorno all’acquisto dopo la stretta sui tassi del biennio precedente.
Nel secondo trimestre, poi, il peso delle agevolazioni fiscali sulla prima casa ha toccato il massimo biennale: il 72,5% degli acquisti residenziali da parte di privati ha sfruttato lo sconto, con punte oltre l’80% in alcune città; parallelamente le transazioni sono cresciute su base annua e la fase espansiva dei mutui ha sostenuto la domanda, complice una discesa dei tassi rispetto ai livelli di fine 2023.
Dove si muovono prezzi e domanda: grandi città, “secondari” e nuovi asset
La situazione nazionale non è uniforme. Milano, per esempio, mostra segnali di assestamento dopo anni di corsa, mentre Roma e altre grandi città hanno archiviato nel primo semestre incrementi dei prezzi più visibili, pur non generalizzati. Le città medio-grandi restano i motori principali per volumi, ma si assiste a uno “scivolamento” di parte della domanda verso centri secondari ben collegati e verso quartieri meno centrali, anche per effetto di nuove abitudini lavorative e di stili di vita che non richiedono più la prossimità quotidiana agli uffici.
Dopo un balzo delle transazioni nei capoluoghi, nel secondo trimestre i comuni minori hanno fatto leggermente meglio su base annua. Le rilevazioni su flussi di capitale indicano un ritorno di interesse verso retail e ospitalità, mentre nell’ambito living cresce il filone dello student housing, sostenuto dalla domanda strutturale di posti letto universitari nelle città d’arte e nei poli accademici.
Queste dinamiche si ripercuotono, direttamente, sulle scelte di chi compra per viverci: in molte aree, la scarsità di immobili immediatamente “pronti” spinge a valutare abitazioni da aggiornare sul piano energetico e impiantistico, specie se l’operazione consente di mantenere il prezzo d’acquisto sotto soglie fiscali meno onerose.
