L’istinto di sopravvivenza: esiste davvero?

Almeno una volta nella vita vi sarà capitato di sentir parlare di “istinto di sopravvivenza” e allo stesso tempo vi sarete chiesti quanto di reale possa esserci in un concetto complesso come questo.
Sicuramente l’essere umano ha la tendenza di sentirsi l’essere vivente più evoluto e quindi non si paragona agli altri esseri presenti sulla Terra, ma sempre qualche gradino sopra, ma allora l’istinto di sopravvivenza non dovrebbe esistere, anzi, non si dovrebbe parlare proprio di sopravvivenza, eppure tutti quanti sappiamo bene che non è così: tutti noi vogliamo vivere e raramente pensiamo a come sarà il nostro funerale (clicca qui), ma allora quanto c’è di vero?
Come il concetto è cambiato nel tempo
Sicuramente prima di costituire una società così come la conosciamo oggi, la nostra vita quotidiana richiedeva che ci fosse un istinto di sopravvivenza alla base. Vivere in uno stato di natura o simil tale comporta, inevitabilmente, una maggiore attenzione ed una maggiore sensibilità nei confronti del pericolo, ma oggi come questo retaggio ci condiziona la vita? È davvero positivo come un tempo?
La risposta è più semplice di quanto si possa pensare: no, non è più un istinto necessario e probabilmente sta limitando la nostra esistenza.
Nella società odierna ci ritroviamo ad avere ogni bisogno immediatamente soddisfatto, sono molti quelli a non dover faticare per ottenere ciò che si desidera e questo ci limita, ci priva della possibilità di migliorare qualitativamente la nostra vita. Quante volte giorno dopo giorno ci ritroviamo a compiere sempre gli stessi gesti ignorando che non è la quantità ad essere importante, ma la qualità. Sicuramente uscire dalla propria comfort zone è la cosa più complicata da fare, ma secondo gli psicologi è la prima cosa da fare: l’infelicità è dettata dal nostro atteggiamento nei confronti del quotidiano.
Dove si trova la felicità?
L’errore che tutti facciamo è quello di credere che la felicità sia data dalla sicurezza, quindi le nostre scelte puntano tutte quante su ciò che è sicuro ma che quasi mai ci rende felici. Basti pensare a quanti giovani scelgono un determinato percorso di studi perché convenzionalmente il lavoro che ne deriverà sarà più redditizio ma finiscono così per rinunciare alle proprie passioni. Questo non significa che dobbiate sempre correre dei rischi, ogni scelta deve sempre essere ponderata, ma non lasciare che l’istinto di sopravvivenza ti spenga: provare non costa nulla e si può sempre tornare indietro.