Kenya: storia, popolazione, religione, politica ed economia
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Kenya: territorio e clima
Il Kenya è una nazione dell’Africa orientale che si estende per un territorio di 582.646 Km2. Lo stato del Kenya confina a Sud con la Tanzania, a Est con la Somalia, Sud-Est trova le rive dell’Oceano Indiano, a Ovest confina con L’uganda, infine a Nord confina con il Sudan e con l’Etiopia. . La capitale del Kenya è la città di Nairobi e la moneta utilizzata è lo scellino del Kenya. La presenza dell’equatore al centro del Kenya, fa si che la nazione trovi al suo interno tre regioni climatiche e morfologiche differenti, ovvero:
- gli altopiani centro-occidentali, si tratta di una zona ricca di monti e massicci e isolati che raggiungono altezza medie di 1500 m. La vetta più imponente e alta è quella del Monte Kenya, un vecchio vulcano inattivo che ha un’altitudine di 5199 m. Sono presenti in questa zona vulcani, molti dei quali sono ancora attivi, sopratutto nella Rift Valley. Il principale bacino lacustre di questa parte di territorio è il lago Tukana, mentre più a occidente è presente il lago Vittoria. Questa regione del Kenya occupa circa il 20% del territorio, in passato era occupata dai contadini, ma in seguito è stata colonizzata dagli europei.
- la zona desertica è caratterizzata dalla presenza di steppe e deserti disabitati e rappresenta il 70% del territorio nazionale. Attualmente, lo sfruttamento agricolo in questa parte è praticamente assente, se non nelle aree vicine al fiume Tana.
- la fascia costiera è caratterizzata da suoli alluvionali e per questo motivo sopratutto a sud si pratica l’agricoltura. Le temperature sono elevate rispetto al resto del territorio del Kenya e sono presenti piogge abbondanti.
In Kenya il 5% del territorio è occupato da parchi nazionali e riserve naturali, create per proteggere il patrimonio naturale di queste terre. Primo parco tra tutti è il parco di Nairobi, creato nel 1945. Molti animali di queste terre erano in pericolo di estinzione e per questo motivo sono state istituite delle leggi che ne vietavano la caccia. Sopratutto vicino alle coste, la presenza di parchi rappresenta una vera e propria meta turistica per i visitatori del Kenya.
Popolazione del Kenya: lingua, religione, tradizioni
Il Kenya è conosciuto nel mondo per il mancato equilibrio di risorse nei confronti della popolazione. Infatti, la situazione ambientale del Kenya non permette di sfruttare al massimo il territorio e il continuo aumento demografico della popolazione non vede soddisfatte i bisogni di prima necessità. Attualmente,nella nazione risiedono 27.450.000 abitanti che parlano prevalentemente la lingua kiswahili, ma anche l’inglese e l’indù. Quasi la metà della popolazione è infatti composta da giovani e bambini e il fabbisogno alimentare cresce sempre di più. Le risorse per questo motivo sono scarse e non sufficienti. La situazione di crisi e carestia ha portato la popolazione a gravi situazioni di povertà, che hanno diverse conseguenze:
- fame
- malattie
- analfabetismo
- sottosviluppo
- violazione dei diritti civili
In questo contesto, si sono sviluppate etnie differenti, come per esempio i kalenjin, kikuyu, luo, masai, turkana, nandi. Molti gruppi sono in contrasto gli uni con gli altri. Nel territorio, risiedono anche 25.000 europei, 60.000 indo-pakistani, i quali controllano il commercio, sia industriale che il mercato nero. Infine, nel 1993 sono arrivati anche rifugiati dalla Somalia, Etiopia e Sudan. La presenza di tutte queste forze maggiori ha contribuito ulteriormente al sottosviluppo della nazione. La popolazione vive prevalentemente fuori dai centri urbani, i principali centri in cui si trova la popolazione si trova partendo da Mombasa, passano a Nakuru e a Kisumu. Nella capitale di Nairobi sono è presente circa 1.504.900 abitanti. Se si pensa che nel 1963 gli abitanti sull’altopiano di Nairobi erano solamente 267.000, si capisce quanto in un trentennio la popolazione sia aumentata in maniera vertiginosa e preoccupante. Le differenze di etnie, lingue e insediamenti stranieri hanno portato anche allo sviluppo in queste aree di religioni differenti, tra cui le principali sono i culti animisti e alcune minoranze cristiane.
Storia, politica e assetto istituzionale del Kenya
In passato, i territori del Kenya erano abitati da popolazioni camitiche, ovvero bantu. Tra il X e il XII secolo ci fu la prima colonizzazione di origine araba, da cui nacque la comunità swahili. Agli inizi del ‘500, i portoghesi occuparono il litorale, mentre nel ‘600 i kamba e i kikuyu occuparono gli altopiani. Un secolo più tardi, iniziarono nella Rift Valley gli stanziamenti dei Masai. Nell’Ottocento il territorio costiero ebbe un’influenza britannica elevata e nel 1895 si creò il protettorato britannico. La colonia britannica assunse il nome di Kenya nel 1920 e nell ostesso periodo presero luogo le prime manifestazioni e movimenti anticoloniali. La KAU, Unione africana del Kenya, fu il primo movimento nazionalista che nacque nel 1944. Dopo anni di scontri, movimenti clandestini nazionalisti, il Kenya vede la luce con la scarcerazione di Kenyatta che viene nominato presidente. Il paese raggiunse l’indipendenza del Kenya si ebbe il 12 dicembre 1963 e l’anno successivo fu varata la repubblica presidenziale. Attualmente, il paese dipende ancora moltissimo dagli investimenti stranieri e dagli inglesi, sopratutto in ambito militare.