Guerra in Afghanistan: storia e principali avvenimenti
La guerra in Afghanistan, ancora in corso, si è avviata ufficialmente il 7 ottobre 2001, sotto l’invasione del territorio controllato dai talebani da parte delle formazioni ostili dell’Alleanza del Nord, compreso il supporto logistico, aereo e tattico da parte degli USA e della NATO. Nella seconda fase del conflitto, a seguito della conquista di Kabul le diverse truppe occidentali, britanniche a statunitensi hanno incrementato la propria presenza territoriale a sostegno della formazione del governo afghano.
La cronologia degli eventi scatenanti il conflitto in Afghanistan
Un decennio fa si è avviata la guerra contro l’Afghanistan da parte degli Stati Uniti e dal Regno Unito alla base del contrasto dell’organizzazione terroristica al Qaida, sostenuta dalle formazioni talebane allo scopo di insidiare all’interno del paese asiatico la propria base operativa e il proprio rifugio. Circa un mese precedente dallo scoppio del conflitto gli Stati Uniti d’America erano stati colpiti dal più grave attentato della storia sotto il dirottamento di tre voli di linea finiti per schiantarsi contro due torri del World Trade Center e sul Pentagono, il giorno dell’11 settembre 2001.
Un terzo dirottamento aereo avrebbe dovuto abbattersi su Washington, schiantatosi invece in Pennsylvania grazie all’intervento dei passeggeri. L’attentato assunse caratteri di importanza mediatica mondiale, sotto l’organizzazione di al Qaida e la guida del leader Osama bin Laden. Uniti alle forze americane e britanniche anche il Fronte Islamico Unito per la Salvezza dell’Afghanistan, denominato “Alleanza del Nord”, in conflitto con i talebani dagli anni Novanta.
La cronologia degli eventi del conflitto
Successivamente all’avvio del confitto in Afghanistan il regime talebano era stato gradualmente rimosso dal potere costringendo parte delle figure di rilievo a trovare rifugio provvisorio entro ed oltre il confine col Pakistan. Al termine del 2001 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva predisposto una copertura giuridica di intervento militare tramite la missione ISAF, International Security Assistance Force, controllata dalla NATO dal 2003.
All’interno della missione ISAF parteciparono decine di paesi quali: Germania, Francia, Italia, Polonia, Albania, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Norvegia, Romania, Turchia, Australia, Spagna. Tuttavia, l’abbattimento del regime in Iraq, non rappresentò la fine delle ostilità incrementando intense guerriglie da parte dei talebani e al Qaida rivolte contro le forze alleate e le istituzioni afghane dimostratosi particolarmente precarie. Nel corso dei mesi i conflitti bellici incrementarono a dismisura, sotto i tentativi insufficienti da parte degli alleati nella creazione di una democrazia, nonostante la costruzione di ospedali, infrastrutture e scuole in diverse aree del paese.
Sotto l’autorità della NATO furono formate forze militare da integrare all’interno dell’esercito alleato sotto un addestramento interno della Polizia locale, compresa l’elezione del presidente del governo afgano Hamid Karzai avvenuta nel 2004 sotto una rielezione nel 2009, sotto diverse polemiche esplose di carattere irregolare. Nonostante le minacce protratte dagli schieramenti dei talebani e al Qaida l’adesione ai seggi da parte della popolazione si era rivelata un simbolo di speranza all’interno del conflitto.
Sotto la continuità dei numerosi attentati le forze alleate espansero la propria presenza all’interno delle aree dell’Afghanistan lontane da Kabul, registrando la morte di migliaia di civili sotto i combattimenti. A deterioramento della situazione bellica in Afganistan anche la dichiarazione di conflitto all’Iraq da parte degli Stati Uniti d’America avvenuta nel 2003, causa dell’indebolimento delle truppe impiegate nei territori afgani secondo diverse teorie compresa quella dell’allora senatore dell’Illinois Barack Obama, contrario alla guerra e alle decisioni del presidente Bush.
Con le elezioni a presidente di Barack Obama nel 2008, furono inviati 30.000 nuovi soldati all’interno dell’Afghanistan sotto la strategia di attacco denominata ‘surge’ la quale aveva inizialmente dato risultati positivi. Nel corso dei successivi anni le politiche interne optarono invece per un cambio di strategia combattendo al Qaida e cercando invece di arrivare alla pace con i talebani. A tal proposito furono avviati diversi colloqui politici tra le due formazioni, successivamente interrotte. La stima delle vittime civili in Afghanistan non conta ad oggi un numero preciso, oscillando in percentuali tra i 15 e i 35 mila caduti, continuando a dimostrarsi una guerra aperta.