Colonna Aureliana: riassunto della storia e dove si trova
La colonna di Marco Aurelio, chiamata generalmente Colonna Aureliana, consiste in un monumento eretto a Roma, in Piazza Colonna, tra il 176 e il 192 a celebrazione delle vittorie in vita dell’Imperatore romano Marco Aurelio.
La storia della costruzione del monumento
La Colonna Aureliana fu eretta in tutta probabilità a seguito della morte dell’Imperatore romano Marco Aurelio come simbolo delle vittorie conquistate in battaglia sulle popolazioni germaniche dei Marcomanni, sulle popolazioni dei Sarmati e dei Quadi, durante il corso delle guerre marcomanniche. Il monumento fu ordinato dal figlio di Marco Aurelio, Commodo, durante il corso del suo stesso impero tra il 180 e il 192. Insieme alla Colonna Aureliana furono costruiti anche gli otto pannelli a ornamento dell’attico dell’arco di Costantino, tre dei quali conservati odiernamente all’interno del Musei Capitolini.
Il basamento della Colonna Aureliana era impreziosito da una serie di bassorilievi successivamente distrutti per volere del papa Sisto V durante le opere di ristrutturazione sul monumento, eseguite da Domenico Fontana il quale si servì dei prestigiosi marmi ricavati dalla facciata del Settizonio. I bassorilievi della Colonna Aureliana furono sostituiti da un’incisione errata in dedica all’Imperatore romano Antonino Pio. Durante il periodo del Medioevo venne distrutta anche la statua di bronzo di Marco Aurelio, posizionata in origine al di sopra della colonna. La costruzione del monumento si ispirò alla Colonna di Traiano, differenziandosi da quest’ultima per il mancato ordine cronologico delle rappresentazioni raffigurate.
Tutt’oggi la cronologia confusa delle raffigurazioni incise sulla Colonna Aureliana vengono associate alle campagne militari comprese tra il 168 e il 172, situate nella prima parte della costruzione, fino alla rappresentazione della Vittoria nella seconda parte datata tra il 173 e il 174. I bassorilievi di fattura meno pregiata rispetto a quelli presenti sulla Colonna di Traiano riportano spesso l’immagine dell’Imperatore, sotto uno stile prettamente popolare e plebeo tipico dell’epoca a rinnovamento del classicismo. La ristrutturazione ordinata da papa Sisto V nel 1589 eliminò i fregi posti alla base dalla Colonna Aureliana, sostituendo sull’estrema sommità la statua in bronzo di san Paolo.
Descrizione e stile della Colonna Aureliana
La Colonna Aureliana presenta un’altezza di 29,6 metri, costruita all’interno della città di Roma, corrispondente a 100 piedi romani, costituita da 27 grandi rocchi sovrapposti in marmo lunense per un diametro variabile da 3,80 a 3,65 metri. Gli scavi realizzati all’interno dei rocchi hanno permesso la realizzazione di una scala a chiocciola composta da ben 203 gradini illuminati da feritoie di modeste dimensioni dalle quali si giunge al ‘terrazzino’ superiore a chiusura del capitello di ordine dorico. Il basamento parallelepipedo della Colonna Aureliana presenta un’altezza tra gli 11 e 12 metri, trovandosi rialzata di circa 3 metri sul piano stradale della via Flaminia in origine alla costruzione.
Intorno al fusto della Colonna Aureliana si trova fregio realizzato a spirale pari ad un’altezza di 1 metro e mezzo, il quale ruota intorno alla struttura per 21 volte. I bassorilievi si concentrano sulle battaglie condotte dai Romani contro i Germani Marcomanni e i Sarmati, per un totale complessivo di 116 diverse scene rappresentate. A differenza della Colonna di Traiano la costruzione Aureliana vanta un altorilievo caratterizzato da bruschi passaggi, a dispetto delle linee più morbide presenti sulla colonna alla quale si ispira, affondando all’interno del marmo per esaltare alcuni dettagli quali chiome, barbe, corazze, le onde dei fiumi, la ripetitività delle scene di marcia a diminuzione progressiva dei tratti paesaggistici.
Lo schieramento dei soldati raffigurati nella Colonna Aureliana assume un rilievo frontale, piuttosto che obliquo come nella Colonna di Traiano, sottolineando la supremazia dell’Imperatore Marco Aurelio rispetto ai soldati in marcia. Le scene dei discorsi rivolti alle truppe, denominate adlocutio, tutti i soldati vengono raffigurati in semicerchio intorno alla figura dell’Imperatore, in netta somiglianza analoga con il Cristo fra gli Apostoli, eliminando ogni senso di umanità e pietà verso le popolazioni vinte. La rappresentazione della scena del ruscellante Giove Pluvio si fa via via più drammatica, cercando di mantenere tuttavia un collegamento palpabile con la tradizionale costruzione romana.